lunedì 23 aprile 2012

Risotto alle primule

La primavera ormai sta sbocciando anche su in quota e quale miglior modo di assaporarla se non in cucina! Come vi ho raccontato nel mio precedente post sto seguendo un meraviglioso corso sulle erbe selvatiche e sul loro utilizzo in cucina, infatti sabato abbiamo fatto un'altra uscita e approfittando del sole tiepido primaverile ci siamo sbizzarrite a raccogliere un pò quello che la natura ci offre generosamente. Io ho raccolto tantissime primule, sia fiori che foglie, ho scoperto che è una sorta di aspirina naturale!


Pianta perenne conosciuta anche sotto il nome di "primavera". E' fissata al suolo per mezzo di un rizoma che forma molte radichette, le cui foglie sono ovali e allungate.
Fiori di colore giallo intenso che formano infiorescenze ad ombrella, il frutto è una capsula chiusa nel calice mentre le radici si dissotterrano in settembre e si riproduce per semina e per divisione dei cespi.
I fiori della primula hanno proprietà diuretiche, sedative, antispasmodiche utili per eccitazione nervosa, insonnia, palpitazioni e vertigini mentre le radici, più ricche di principi attivi hanno soprattutto prerogative tossifughe ed espettoranti utili durante le influenze.
La pianta contiene anche due eterosidi fenolici derivati dall'acido salicilico, la primaverina e la primulaverina, che si trasformano per idrolisi in derivati dell'acido salicilico, le cui virtù analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche sono ben note: infatti si tratta delle stesse virtù che caratterizzano l'aspirina!



Poi chiacchierando con l'esperta di erbe selvatiche che tiene il corso, ho scoperto che il risotto con foglie e qualche fiorellino di primula è sublime! Delicatissimo, profumato, ma soprattutto una miniera di sali minerali e vitamine. E allora mi sono messa subito all'opera!

Ecco come ho fatto:

INGREDIENTI (per 2 persone):
180 gr di riso (io ho usato riso fino Sant'Andrea)
1 cipolla bianca piccola
mezzo bicchiere di vino bianco 
brodo vegetale
foglie e fiori di primule freschi
olio evo
sale e pepe q.b.

Per prima cosa far scaldare dell'olio evo in una casseruola, io ho usato la mia amatissima Cocotte della Staub, di cui vi ho già parlato qui. Far appassire una piccola cipolla bianca tagliata finemente con mezzo bicchiere d'acqua, in modo che non venga troppo soffritta. Quando la cipolla è appassita e di un bel color oro versare il riso e farlo tostare un paio di minuti, in modo che risulti morbido internamente e croccante fuori. A questo punto sfumare con del vino bianco e poi procedere la cottura aggiungendo del brodo vegetale di tanto in tanto; salare e pepare a piacere. 


A 5 minuti dalla fine della cottura aggiungere le foglioline di primula tagliuzzate grossolanamente; consiglio di far cuocere al max 5 minuti qualsiasi erba, in quanto se troppo cotte rischiano di perdere tutte le loro proprietà.


Impiattare e cospargere con una manciata di fiorellini di primule che regalano al piatto un profumo inaspettato e dal gusto delicato.

Bon appétit mes amis!



Una piccola nota: impiattare questo dolcissimo risotto in una ceramica a motivi floreali sarebbe il massimo, non solo per il gusto, ma anche per la vista.. D'altronde anche l'occhio vuole la sua parte!

Con questa ricetta partecipo con un immenso piacere al mio primo contest: "Chi non risotta in compagnia.."   in collaborazione con l'azienda Fissler, nella categoria primi..Sono troppo emozionata!





sabato 14 aprile 2012

Le erbe selvatiche in cucina: Crema di ricotta di bufala e ortiche

Rieccoci qui, di rientro dalle vacanze di Pasqua, un pò abbronzati, siamo stati qualche giorno al mare, ad Acciaroli, un paesino meraviglioso nel Parco Nazionale del Cilento. Siamo partiti che era piena primavera e siamo tornati che è praticamente di nuovo inverno.. pioggia, freddo e nebbia... tra l'altro ha anche nevischiato qualche giorno fa! Bisogna rimettersi in sesto ed affrontare il tran tran quotidiano con un pò di energia e vitalità, perchè non farlo con quello che ci regala la natura!?
Bene, detto, fatto: mi sono iscritta ad un corso sulle erbe selvatiche, come riconoscerle, sapere tutto sulle loro innumerevoli proprietà e come utilizzarle in cucina. Stamattina era la mia prima uscita con l'esperta, siamo state a Rumiod, un villaggio di Saint-Pierre, vicino casa mia, a circa 1300 m s.l.m.


La giornata è stata un pò uggiosa, ma questo non ci ha scoraggiate e abbiamo studiato e poi raccolto una decina di specie di erbe selvatiche.
Armata dei miei arnesi e del mio cestino valdostano, a cui sono affezionatissima, ho fatto una bellissima passeggiata tra i prati e raccolto fiori di tarassaco, ottimi per la preparazione dello sciroppo per la tosse; achillea millefoglie dalle proprietà anti emorragiche; strigoli, ciuffetti di erbette dal sapore dolcissimo di piselli e quindi buoni da mangiare in insalata o per preparare risotti e frittate; primula officinalis, dai fiori dal sapore delizioso, le foglie sono ottime in insalata e il risotto fatto con foglie e fiori è da provare; piantagine, contiene mucillagine, infatti è un addensante, basta una fogliolina in zuppe o risotti per rassodare i composti, fa tipo effetto patata; barba di becco, dal sapore eccellente è da mangiare in insalata, oppure ottima per preparare frittate, zuppe, risotti; salvia dei prati, dalle molteplici proprietà, regolatore ormonale per le donne, funziona contro le caldane ed è anche usato come antinfiammatorio, il pesto con salvia e noci è sublime!



Tra le tante l'ortica ha catturato la mia attenzione, è un'erba fortemente disintossicante, è un depuratore naturale del sangue, estremamente diuretica e anche antidiabetica. Ricchissima di magnesio, fosforo, vitamina D, ferro, è altamente proteica, una delle pochissime erbe in natura ad avere un così alto valore proteico. Viene utilizzata contro l'anemia, come tonico, contro i reumatismi, per il benessere della pelle e dei capelli. E' estremamente benefica ed efficace per regolarizzare le funzioni intestinali poiché con le sue proprietà normalizzatrici riesce a combattere sia la dissenteria che la stitichezza e, contemporaneamente, è indicata per ridare vigore sia all'intestino che allo stomaco. Insomma un portento della natura!!
Infatti tornata a casa ho subito voluto sperimentare, oggi ho provato a preparare una crema di ricotta di bufala e ortiche da spalmare su del pane tostato caldo.

Ingredienti
150 gr di ricotta di bufala di Battipaglia, per me Riva Bianca
una manciata di cimette di ortica selvatica
capperi
acciughe
pepe qb


In una ciotolina amalgamare la ricotta di bufala con le ortiche tritate finemente; aggiungere i capperi e qualche acciughina, schiacciare con la forchetta. Spolverare con del pepe nero.


Noi lo abbiamo accompagnato a del pane integrale tostato caldo e devo dire che era davvero squisito!
Prossimamente preparerò un risotto alle erbe selvatiche, non perdetevelo!!



mercoledì 4 aprile 2012

Il pane tedesco non si sbriciola mai!!

Ciao a tutti, in questi giorni ho pensato tanto a un viaggio che ho fatto un pò di anni fa ai tempi dell'università, Berlino, una delle città che sotto il profilo dell'architettura e del design è decisamente all'avanguardia..
Unica capitale europea in continuo restyling, intrigante in tutte le stagioni, Berlino continua a stupire. Per le architetture ardite, la cupola di Foster, gli edifici di Renzo Piano, lo struggente museo ebraico di Liebeskind. E a un passo dagli storici quartieri dell’est, come il Mitte, su cui punta la rinascita della città, in preda a una febbre di ricostruzione favorita dallo spostamento della capitale da Bonn e dall’arrivo di manager e giovani burocrati della politica, decisi a trovar casa dove oggi la vita è più pulsante.


Una città dove i giovani creativi, attratti dalla disponibilità di vasti spazi a prezzi bassissimi, hanno svecchiato le kneipe (i tipici pub) e inventato caffè fusion; hanno aperto gallerie alternative e boutique di tendenza. Negozi che non sono celebrati come quelli di Parigi e Londra, ma Berlino conviene. È una delle capitali meno costose d’Europa, ma una delle più allegre e disinvolte, e i turisti possono approfittare della competizione fra compagnie aeree, che abbatte i prezzi dei voli. Libera e anticonformista, giovane e mai banale, la città dove ognuno crea la sua tendenza è la meta ideale per una vacanza: si sveglia tardi (a parte bar e caffé, non c’è posto che apra prima delle 11) e va a letto tardissimo, dopo nottate spese a mangiare, bere, divertirsi. Dovunque si respira un’atmosfera divertente e divertita: la vecchia Berlino dell’est si è liberata del velo di diffidenza che fino a qualche anno fa la appannava, e sorride ai visitatori. Di quel periodo difficile ha conservato la dimensione a misura d’uomo: tanto verde, poco traffico. E l’intrigante contrasto antico-moderno, devastato-restaurato....

Sembra un ricordo talmente tanto lontano ormai, ma un sapore è ancora vivo nei miei ricordi: il famoso pane scuro tedesco, ricco di semi e dall'aroma inconfondibile!
Avevo sentito parlare di una farina in vendita nei supermercati marchio lidl, la farina BREAD BAKING MIX; è un preparato per fare il pane nero tedesco, molto comodo per chi ha poco tempo come me! E'un mix di farine integrali e semi di girasole, ha già il lievito madre incorporato, e il sale, basta solo aggiungere l'acqua e il gioco è fatto! Io in più ho aggiunto dei semi di lino che mi piacciono tanto e fanno tanto bene all'intestino.


Ricetta per la preparazione di una pagnotta da 750 gr:

Versare 500 gr di preparato in una terrina e aggiungere 350 ml di acqua tiepida. Io come vi ho anticipato ho aggiunto anche una manciata di semi di lino. Ho impastato il tutto con il mio fedele amico in cucina BIMBY per solo 4 minuti e il gioco è fatto! Ovviamente potete farlo a mano o con qualsiasi impastatrice, l'importante è che risulti un impasto liscio e omogeneo.


Far riposare per circa 30 minuti in un posto caldo e asciutto.
Imburrare uno stampo per pane, io ho usato uno stampo per plum-cake, e distribuirvi l'impasto lisciando poi la superficie con un cucchiaio bagnato. Inoltre io ho aggiunto in superficie qualche altro semino di lino. Lasciar lievitare in un luogo caldo per circa 45 minuti.


Infornare in forno preriscaldato a 220° per circa 45-50 minuti. Consiglio: per ottenere più volume mettere nel forno per 5 minuti, prima dell'inizio della cottura circa 200 ml di acqua calda in un contenitore resistente al calore.
Mmhh che profumino che si è sprigionato in casa!



Ho aspettato un'oretta che si freddasse, così l'ho tolto via dallo stampo e poggiato su di un vassoio. 


Al maritino è piaciuto tantissimo! Era davvero gustoso e morbidissimo. Lo abbiamo gustato anche il giorno dopo per colazione, tagliato a fette, tostato e imburrato ha accompagnato il mio caffè napoletano!


Aggiungo solo una piccola riflessione; il pane è diventato cardine dell'alimentazione naturale per i tempi duri di oggi. È un po' triste ammetterlo ma è decisamente poco caro farsi del buon pane in casa, dato che il prezzo del pane è sempre stato un argomento controverso negli ultimi tempi! Questo pane dura qualche giorno e chi non ha problemi a mangiare il pane del giorno prima, può averlo quasi a costo zero!

Beh vi saluto e vi auguro una splendida serata!




martedì 3 aprile 2012

Curiosi pezzi di design.....

Oggi vorrei parlarvi di qualche pezzo di design che mi ha colpito sfogliando il catalogo delle novità di questa settimana. Oggetti un pò strani, che derivano dalle correnti di pensiero e di cultura da ogni parte del mondo... 

Spazzola, chiave inglese, lima, martello e cacciavite. Sembra di stare in un garage invece siamo in cucina. Rafael Morgan ha creato un portacoltelli che si ispira alla zona attrezzi delle carpenterie. Il risultato sono le iconiche silhouette disegnate sul blocco in legno dove alloggiano le lame, blocco che, grazie al suo disegno orizzontale, può essere usato all’occorrenza anche come un tagliere su cui lavorare con i coltelli. La forza grafica di questo progetto è rafforzata dal dettaglio in diversi colori accesi sul fondo del manico a contrasto con le tonalità naturali del legno.




Lo statunitense Sam Durant ha creato nove pezzi unici in porcellana che riprendono il disegno delle classiche sedie monoblocco in plastica, seduta di cui già Maarten Baas aveva usato la forma per una versione in legno. Il lavoro dell’artista di Seattle pone l’attenzione sul tema della produzione di massa: i pezzi sono stati realizzati in Cina e portano quindi l’etichetta “Made in China”, sinonimo, a livello mondiale, di prodotti a basso prezzo e scarsa qualità. Il prezioso materiale di cui sono fatte queste sedie, ci ricorda che l’artigianato cinese è fatto anche di grande qualità e straordinaria tradizione.



È dedicata agli spiriti romantici la nuova versione del decanter Bliss presentato da Riedel, cristalleria austriaca nota per la produzione di calici da vino, che ha reinterpretato il prodotto all’insegna del colore. Il profilo dei nuovi decanter è infatti sottolineato da una striscia colorata che risalta nella venatura di cristallo nero. Nuovo anche il design che prevede un alloggio laterale per il dito, a forma di cuore, che rende più semplice l’operazione di versare il vino. Tre nuovi modelli Bliss giallo, Bliss rosso e Bliss pink si affiancano al Bliss Black Tie, ampliando la gamma delle novità 2011.  






E voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe avere questi pezzi in casa vostra? Forse a differenza del mondo della moda, in cui particolarità spesso equivale a scomodità, nel design forme insolite servono per creare composizioni confortevoli.. Io il decanter Bliss l'ho appena acquistato!

A presto..




domenica 1 aprile 2012

Cocotte amore mio: Risotto alla zucca e aceto balsamico

Il week end è volato via, come da copione ormai, e da domani inizia una nuova settimana, che per fortuna ci regalerà qualche giorno di vacanza al mare in occasione della Pasqua. Oggi è stata una giornata davvero speciale, stamattina io e mio marito siamo stati a fare una passeggiata in montagna, a Rheme Notre Dame, un grazioso comune che si snoda ai piedi del suggestivo massiccio della Granta Parey. Ci siamo goduti un paio d'orette di sole caldo e primaverile, abbiamo ammirato dei timidi bucaneve che sbucano ovunque nei prati ai piedi dello spettacolo della Granta Parey...


Tornati a casa per pranzo, con un pò di bucaneve e fiorellini di campo nella borsetta, ho pensato di preparare un risotto alla zucca e aceto balsamico utilizzando la mia amata Cocotte Staub! Un graditissimo regalo che ci hanno fatto in occasione del matrimonio dei carissimi amici, Cisko e Chiara.

La casseruola in fusione di ghisa Staub conserva e distribuisce il calore in modo omogeneo per lungo tempo ed è quindi perfetta per le cotture lunghe, che hanno bisogno di poca fiamma, come appunto i risotti, gli arrosti, gli spezzatini... Va infatti usata su fuoco medio o basso con un ottimo risparmio energetico rispetto alle classiche pentole in acciaio.


Tutti i prodotti Staub sono interessanti anche sotto il profilo di design perchè dipinti all’interno e all’esterno con speciali smalti colorati, la mia è di un attualissimo color melanzana! Grazie alle specifiche caratteristiche questo smalto migliora le prestazioni in cottura; la smaltatura, oltre a mantenere in maniera duratura l’aspetto della pentola, è neutra, non assorbe odori, è altamente igienica, sana per la salute come il vetro e rende la pentola compatibile con tutte le fonti di calore, compresi i piani a induzione.


La caratteristica principale che rende la Cocotte Staub, unica nel suo genere, sta sotto il coperchio.  Nella parte sottostante il coperchio è completamente liscio ma presenta delle “gocce”, questa lavorazione fa si che il vapore che si crea all’interno della pentola ricada a pioggia uniformemente su quello che stiamo cucinando ridistribuendo gli aromi che altrimenti si fermerebbero sul fondo. Questo fa si che si ottenga un gusto ottimale!


I prodotti in ghisa della Staub sono ideali anche per le cotture di carni grigliate (le bistecchiere) e per il pane! (ma di questi ne parleremo piu avanti).

Io e Michel siamo molto fortunati sotto molti punti di vista, uno in particolare è avere degli amici fantastici. Cisko e Chiara sono tra questi, persone meravigliose, sempre disposte a darti una mano nel momento del bisogno, a strapparti un sorriso e a sentirti "di famiglia" con loro. Tra l'altro hanno una bambina davvero fantastica, Letizia, dolce, solare e intelligentissima!

Chiara ha un altro punto forte, è emiliana! precisamente di Fabbrico, e lì ha la sua famiglia che spesso va a trovare. Abbiamo fatto una accordo, lo "scambio culturale", quando entrambe ci rechiamo nelle nostre "terre di origine" portiamo su ad Aosta dei prodotti tipici. Ed è così che la mitica Chiara ci ha portato tanti prodotti, dal Parmigiano Reggiano ai tortelli, fino a questo meraviglioso prodotto: vero e puro aceto balsamico di riserva, selezione argento.


E' un sublime aceto ricavato dalla fermentazione di mosto cotto da uve selezionate, affinato nel tempo in batteria di botti di legni diversi. Confezionato in una bottiglia raffinatissima, chiusa in uno scatolino altrettanto prezioso, questo aceto è divino!
Allora oggi ho pensato di utilizzarlo per completare il mio risotto alla zucca, che ho preparato così:

INGREDIENTI (per 2 persone):

200 gr di Riso (io ho usato riso fino Sant'Andrea)
250 gr di Zucca
1 Cipolla
Brodo vegetale
Vino bianco
Olio evo
Burro
Sale e pepe q.b.
Aceto Balsamico di Riserva, Selezione Argento.

PREPARAZIONE:

Sbucciare a tagliare a pezzi la zucca; far imbiondire la cipolla tagliata finemente in olio evo. Quando la cipolla si è appassita versare il riso nella Cocotte e farlo tostare per un paio di minuti, così da renderlo croccante all'esterno e morbido internamente.


Sfumare con del vino e aggiungere a questo punto la zucca tagliata a dadini. Amalgamare bene il tutto per qualche istante, e irrorare con del brodo preparato in precedenza. Salare e pepare a piacere.


Procedere la cottura del riso per una ventina di minuti con il coperchio sulla cocotte in modo che il risotto sia cremoso e umido al punto giusto. Di tanto in tanto aggiungere un pò di brodo se necessario.

Intanto ho apparecchiato la tavola con un set di tovagliette americane. Ho preferito dare nudità al nostro tavolo in noce antico ponendo solo 2 tovagliette in stoffa grigie, con tovaglioli in coordinato bianco e grigio. Bellissimi piatti quadrati con decoro argento su fondo bianco e calici in cristallo completano la mia mise en place. Non potevano di certo mancare i teneri fiorellini raccolti a Rheme Notre Dame!



Ehi! Intanto il risotto è pronto! Lascio mantecare con una noce di burro a fuoco spento, lo impiatto e aggiungo un filo di aceto balsamico....

Buon appetito!!